Le ombre residue by Brandon Sanderson

Le ombre residue by Brandon Sanderson

autore:Brandon Sanderson [Sanderson, Brandon]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788835728993
editore: © 2023 Mondadori Libri S.p.A., Milano


13

WAYNE NON SI CONSIDERAVA un uomo particolarmente religioso. Immaginava che Armonia non prestasse molta attenzione ai tipi come lui, per lo stesso motivo per cui un maestro pittore non si domandava spesso cosa avesse fatto sua mamma con i disegni che le aveva dato quando era un marmocchio.

Detto ciò, a Wayne piaceva far visita ogni tanto al tempio dell’uomo comune. Lo faceva sentire meglio e dimenticare i suoi problemi per un po’. Perciò conosceva quel posto quando Wax lo mandò avanti a controllarlo.

Il tempio era rannicchiato all’angolo di un incrocio, un vecchio palazzo signorile, tozzo e ostinato. Dei nuovi caseggiati erano appollaiati su ciascun lato, alcuni alti sei piani, ma il tempio aveva l’aria di un vecchio seduto in poltrona che non aveva intenzione di guardare più in alto delle ginocchia di qualcuno. Come Wayne si era aspettato, la porta era aperta e amichevole, e dall’interno usciva ancora luce anche se stava cominciando a diventare tardi. Camminò lungo la via e rivolse un cenno del capo alla guardia del tempio, che indossava un cappello e una tuta da lavoro come uniforme e portava un bastone cerimoniale alla cui estremità spuntavano quelli che sembravano capelli, probabilmente per averlo dato in testa a persone che si comportavano in modo troppo turbolento.

Wayne inclinò il cappello verso l’uomo e cantilenò la corretta invocazione per essere ammesso. «Salve, Blu. Quant’è annacquata la birra oggi?»

«Non creare guai al pub stasera, Wayne» intonò l’uomo in risposta. «Ho la pazienza molto corta.»

«Pazienza?» disse Wayne superandolo. «È un nome bizzarro, amico, ma se alle signore piace dare nomi strani alle tue parti del corpo, non sta a me criticare.»

Terminate le presentazioni di rito, Wayne entrò nel tempio vero e proprio. All’interno, uomini e donne erano chini ai loro posti, le teste basse mentre riflettevano sulle profonde complessità del cosmoverso. Le loro preghiere venivano pronunciate in scambi borbottati con gli amici, e il loro incenso era nei fornelli delle pipe. Un’immagine del Vecchio Ladrian in persona era appesa sopra l’altare, un uomo con una pancia prominente e un calice proteso in avanti, come per pretendere attenzione.

Wayne era in piedi sulla soglia, il capo chino in segno di rispetto, e intinse le dita in una scia di birra che colava da un tavolo lì vicino, poi si unse sulla fronte e sull’ombelico, il marchio della lancia.

L’odore lo contrassegnava come un pellegrino su quel terreno sacro e nel dirigersi verso l’altare passò tra i penitenti in cerca di perdono. Quella sera aleggiava un’aria strana. Solenne. Sì, il tempio era un luogo di contemplazione, ma sarebbe dovuto essere anche un luogo di gioia. Dov’erano gli inni, cantati con un santo biascichio? Dov’erano le risate, l’allegro rumore della celebrazione?

Non va bene, pensò mentre si accomodava su una delle panche, per la precisione un rozzo tavolo circolare in cui erano intagliate delle scritture come “Mic è un totale idiota” e “Le salsicce fanno schifo”. Gli era sempre piaciuta quella. Alimentava vere implicazioni teologiche, oh sì. Se il cibo che mangiavano era spazzatura, in definitiva erano



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